venerdì 21 ottobre 2011

Un Reyerino a Cantù (seconda parte)


(segue da post precedente)


Qual'è la caratteristica storica del gioco di Cantù?
La velocità. Cantù da sempre se può correre, corre. E diventa tutto più difficile per gli avversari. È una caratteristica che le squadre canturine hanno sempre avuto. E poi la difesa. Non sarà semplice per la Reyer venirne a capo, ma mi sembra che la squadra di Mazzon sia attrezzata per affrontare anche avversari di questo livello. Se riuscisse a superarli sarebbe davvero una bella sorpresa…col fiocco sopra!

Si gioca a Treviso. E non è detto che sia per forza uno svantaggio. Vicenza (anni’70) e Padova (anni ’90), portarono bene alla Reyer…
Infatti potrebbe non essere determinante in senso negativo, i precedenti anzi sono incoraggianti. In ogni caso la salvezza passa per le partite in casa. In trasferta  vai e vedi cosa riesci a fare e quello che viene in più è tutto di guadagnato. Ma il risultato va costruito tra le mura amiche ad ogni costo. La Reyer dovrà fare di necessità virtù.

Hai giocato con due campioni come Marzorati e Dalipagic, che sono i rispettivi miti delle due squadre. Prova a descriverceli.
Sono stato al fianco di Marzorati nella parte finale della sua carriera. All’epoca veniva utilizzato con il contagocce, ma la classe era intatta. Era un esempio di serietà e di capacità di riprodurre in allenamento ciò che succedeva o doveva succedere in partita. E poi l’astuzia, frutto della grande esperienza accumulata negli anni. Aveva un carisma che si faceva sentire sia dentro, che fuori dallo spogliatoio.

E su Dalipagic cosa ci dici?
Praja per me è stato quasi come un secondo "padre". Nei primi due anni con la prima squadra, mi ha preso letteralmente sottobraccio. Mi ha aiutato, ha creduto in me molto più di tanti altri. Con lui ho tuttora un legame fortissimo. Sono stato spesso dalle sue parti e quando passa da Venezia lui, il modo di trovarci c'è sempre. Sul giocatore cosa dire? Era un semplicemente un fenomeno. Quando decideva di fare un cosa in campo, la eseguiva. Letteralmente. Decideva di batterti in entrata? Lo faceva. Preferiva l’arresto e tiro?  Faceva anche quello. Prima te lo diceva, poi lo faceva. E ogni volta era canestro…

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