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giovedì 29 novembre 2012
I Magnifici Cinque
La
squadra più forte di sempre, per
celebrare i 140 anni della Reyer. L’Associazione Culturale
Costantino Reyer lancia l’invito ai
tifosi reyerini e a tutti gli
appassionati di pallacanestro a partecipare al sondaggio online per designare il quintetto “dei sogni” in
occasione dello storico anniversario dalla fondazione della società lagunare.
Secondo
il presidente David Marchiori l’iniziativa è «un modo per restituire centralità alla storia
orogranata, in occasione di una ricorrenza così significativa, coinvolgendo
in prima persona tutti quelli che si sentono legati al simbolo sportivo per
eccellenza della città di Venezia».
Le
“nominations” sono state definite
dai membri dell’Associazione, contemperando i seguenti criteri: valore sportivo assoluto, successi in maglia
Reyer, longevità in maglia Reyer, esempio di sportività, importanza per la
crescita della Reyer, affetto dei tifosi.
Sarà
possibile esprimere una sola preferenza
per ciascuno dei cinque ruoli: playmaker, guardia, ala, ala-pivot, pivot.
Un’ulteriore scelta sarà riservata al ruolo di allenatore.
«In molti casi non sarà una scelta facile,
anche solo per il fatto di accostare epoche sportive tanto diverse. Non è una
valutazione solamente tecnica, ma un modo per celebrare il mito reyerino
fissando il quintetto ideale di tutti i tempi».
Ci
sarà tempo per votare fino al 16
dicembre.
Criteri e motivazioni: le scelte ruolo per ruolo
Come ogni scelta, sarà una scelta parziale. Non è possibile citare tutti i giocatori che in qualche modo hanno lasciato il segno su di una delle società più antiche d’Italia. Ci abbiamo provato, i più grandi crediamo ci siano tutti. Ci sono tanti a cui noi e gli appassionati reyerini siamo legati. A tutti gli altri va il nostro pensiero e il nostro ideale abbraccio.
I criteri adottati sono stati i seguenti in ordine di rilevanza: valore sportivo assoluto, successi in maglia Reyer, longevità in maglia Reyer, esempio di sportività, importanza per la crescita della Reyer, affetto dei tifosi. In questo modo si è cercato di delineare una rosa di nomi che potessero rendere l’idea dello spessore sportivo dei giocatori che hanno onorato la maglia della Reyer, mettendo in evidenza gli atleti di scuola reyerini e non, i giocatori italiani e quelli stranieri, attraversando epoche diverse che vanno dal secondo dopoguerra ad oggi.
Playmaker
I protagonisti in questo ruolo sono stati i giocatori italiani, moltissimi dei quali veneziani prodotti del vivaio orogranata: tra tutti li rappresentano Giorgio Cedolini e Loris Barbiero. Un italiano di valore assoluto, lanciato dalla Reyer ma consacratosi in altre piazze, è Andrea Gracis, tra i cinque nominati. Due esperienze in due momenti diversi per Sergio Mastroianni, alla guida della Reyer per tre stagioni: con lui alla guida arrivarono due promozioni ('92 e '96). Due gli stranieri: Joe De Santis e Kee Kee Clark, che da tre stagione guida il gioco veneziano e rappresenta uno dei migliori talenti visti in cabina di regia in maglia Reyer.
Menzioni: Luciano Montini, Gigi Marsico, Ezio Lessana, Fabio Bortolini, Sandro Brusamarello.
Menzioni: Luciano Montini, Gigi Marsico, Ezio Lessana, Fabio Bortolini, Sandro Brusamarello.
Guardie
Qui la scuola reyerina ha dato il meglio di sé. Come sarà possibile scegliere uno tra “Nane” “Toni” Vianello e Lorenzo Carraro? In entrambi i casi non si tratta solo di due tra i più grandi della storia lagunare, ma di due tra le guardie di maggior talento in assoluto mai espresse dalla pallacanestro italiana (in due fanno 226 presenze in azzurro). Anche “Nane” Grattoni è cresciuto nel vivaio veneziano, diventando capitano e bandiera della Reyer, approdando in piazze importanti in un’epoca (gli anni Ottanta) mai così ricca di talenti nel ruolo (per dare l’idea citiamo solo Antonello Riva ed Enrico Gilardi). E poi c’è Massimo Guerra, reyerino purosangue, l'enfant du pays, tiratore mortifero e beniamino incontrastato dei tifosi a cavallo tra anni Ottanta e Novanta, nonché protagonista della prima impresa di Varese nel ’92. A chiudere la rosa dei “nominati”, due stranieri amatissimi. Steve Burtt, talento offensivo incredibile, protagonista assoluto della promozione del ’96, poi sfumata per il fallimento; e Alvin Young, primo capitano reyerino non italiano, trascinatore nella cavalcata verso il ritorno ai playoff scudetto dopo ventisette anni, giocatore simbolo per eccellenza nel nuovo corso, esempio di dedizione e sportività declinata ai nostri tempi.
Menzioni: Armando Fagarazzi, Marcello De Nardus, Tony Gennari, Waldi Medeot, Andrea Gianolla, Ron Rowan.
Ali
Qui non c’è storia. Il trono in questo caso è assegnato d’ufficio, ma sarebbe un delitto non considerare gli altri campioni che hanno rivestito questo ruolo. Lo scettro spetta a Drazen “Praja” Dalipagic, “Mister 70”, il Drago di Mostar, quattro stagioni in laguna, due promozioni, due playoff, una finale di Korac e medie realizzative oltre ogni immaginazione. Per fortuna dei tifosi reyerini la NBA era un sogno proibito per questioni politiche. Altrimenti un posto nei Boston Celtics di Bird, che lo provarono e ne restarono impressionati, non glielo avrebbe probabilmente tolto nessuno. Ma come non ricordare Stefano Gorghetto, giocatore di rara eleganza, più volte azzurro, uno dei talenti più cristallini mai sgrezzati dal vivaio reyerino? In tema di italiani non si può fare a meno di citare “Ciccio” Della Fiori, per due anni in laguna, uno dei più sopraffini tiratori italiani, giocatore di rara intelligenza cestistica. A meritare un posto d’onore è anche Brian Jakson, miglior marcatore della Serie A1 nel 1982, arrivato a Venezia con il difficile compito di far dimenticare Dalipagic, arrivando vicino a riuscirci. Già solo per questo merita di essere nominato. Infine vale la pena ricordare Jeff Lamp, ex Lakers, tra l’89 e il ’91 due anni di punti e sprazzi di vera classe in un frangente poco fortunato della storia reyerina. Recente l'esperienza di Tamar slay, uno dei fautori della rinascita reyerina delle ultime due stagioni e giocatore di grande eleganza e professionalità.
Menzioni: Carlo Spillare, Kristaps Janicenoks, Alberto Causin.
Ali-pivot
Non solo grandi giocatori, ma atleti che hanno addirittura segnato epoche diverse della pallacanestro in Italia. A cominciare da Sergio Stefanini, primo vero campione del basket italiano, due volte tricolore con la Reyer, altre cinque con Milano nel secondo dopoguerra. Una talento “ante-litteram”, giocava vicino al canestro, ma efficace in tutte le zone del campo. Un agonista impareggiabile, un innovatore nelle movenze, con quel suo tiro in sospensione dalla media che non finiva mai. Un vero gigante della storia reyerina. Pù tardi toccò al passaggio di Maciel “Bira” Ubiratan, una ventata di atletismo e tecnica nuova non solo per Venezia. Una leggenda del basket brasiliano capace di far innamorare nei primi anni Settanta per la sua dedizione un’intera città. Suo erede un altro degli stranieri ha contribuito al salto di qualità fisico e tecnico della pallacanestro in Italia in quella stessa decade. Parliamo del divino Steve Hawes. Le sue movenze strabiliarono le platee cestistiche di tutto il Paese e portarono in alto la Reyer, capace di arrivare addirittura al quinto posto assoluto. Per lui un legame con Venezia durato ben oltre le vicende cestistiche. Altri due USA completano le nominations: il generoso Mark Hughes e l’imprevedibile Shelton Jones.
Menzioni: Guido Barbazza, Elvio Peric, Lloyd Scott, Roscoe Pondexter, Luca Silvestrin.
Pivot
Una galleria di giganti che impressiona per classe e statura. Dall’eclettico Djuric, primo straniero di spessore in maglia Reyer, a Rick Suttle, filiforme ed esplosivo intimidatore statunitense che a fine anni Settanta stabilì in Serie A una media record di stoppate tuttora imbattuta. Tocca poi a Sua Maestà Spencer Haywood. Una presenza travolgente, tra bagliori di classe assoluta e capricci da califfo insofferente. Forse il centro di talento più forte arrivato mai in Italia, senza dimostrare purtroppo tutto il suo potenziale. A sostituirlo fu Sidney Wicks, altro giocatore con una carriera NBA dai numeri impressionanti, ma meno decisivo di quello che ci si attendeva. Molto meno talentuoso, ma più affidabile - e per questo amatissimo - fu Floyd Allen. Tre stagioni alla Reyer, una promozione, caterve di rimbalzi e di punti. A chiudere il sestetto dei totem un altro giocatore adorato dai tifosi veneziani: “Rascio” Radovanovic. Solidità, tecnica, generosità, per un pivot mai più avvicinato dai suoi successori.
Menzioni: Bruno Montesco, Antonio Calebotta, Trajko Raijkovic, Alberto Merlati, Ron Sanford, Leon Douglas.
giovedì 15 novembre 2012
Un "terzo tempo" per festeggiare insieme i 140 anni della Reyer
Secondo
appuntamento con il “Terzo tempo con la Costantino Reyer”. L’Associazione
invita tutti i tifosi orogranata
a unirsi alla serata che si terrà all’Osteria Biosolidale del Palaplip di
Mestre per festeggiare insieme i 140
anni dalla fondazione della Società sportiva Costantino Reyer. La serata si svolgerà domenica 18 Novembre a partire dalle 20.30, dopo la partita Umana
Venezia – Acea Roma. Come sempre gli appassionati della squadra avversaria
saranno graditi ospiti della serata.
In omaggio ai partecipanti l’Associazione regalerà una copia del dvd della finale Reyer-Rimini del 1996.
In omaggio ai partecipanti l’Associazione regalerà una copia del dvd della finale Reyer-Rimini del 1996.
Ospiti speciali saranno i giocatori dei “Putei Veci”,
la squadra di rugby con sede alla
Gazzera che ha conquistato lo scorso maggio il primo titolo di campione d’Italia amatoriale. Sarà l’occasione
per conoscere una delle realtà sportive più vivaci e interessanti della città e
per “andare a scuola” da chi di
terzi tempi se ne intende!
L’Osteria Biosolidale è in via San Donà 195/c
presso il Palaplip Centrale dell’Altraeconomia a Mestre.
Menù della serata
“componibile” a scelta tra antipasto (5 euro),
primo (5 euro), bevande (5 euro).
venerdì 9 novembre 2012
Auguri vecchia Reyer
Auguri vecchia Reyer da...
quelli che Costantino Reyer l’hanno conosciuto di persona
quelli che giocavano all’aperto, sulla terra battuta
e con un pallone di stracci
quelli che giocano ancora all’aperto, con le scarpe di quando giocavano
e ci rimettono un ginocchio
quelli che mio papà era sempre alla Misericordia
quelli che non riescono a dimenticarsi di Charlie Sitton
quelli che Costantino Reyer l’hanno conosciuto di persona
quelli che giocavano all’aperto, sulla terra battuta
e con un pallone di stracci
quelli che giocano ancora all’aperto, con le scarpe di quando giocavano
e ci rimettono un ginocchio
quelli che mio papà era sempre alla Misericordia
quelli che non riescono a dimenticarsi di Charlie Sitton
quelli che quella volta dei 70 di Praja – ovviamente –
c’erano
quelli che si ricordano di fare gli auguri
quelli che a Varese si sono presi le monetine
e una soddisfazione senza prezzo
quelli che “Ma quanto beve Rascio?”
quelli che vogliono bene a Marco Calamai
quelli che hanno visto la Reyer vincere i due scudetti
quelli che consegnarono le chiavi della Misericordia
al sindaco, perché sulla maglia doveva esserci solo
“Reyer”
quelli che si sono fatti Venezia-Barcellona, in pullman
e non con Ryanair
quelli che Grattoni “Se non perdeva quel pallone…”
quelli per cui la Reyer è prima di tutto una famiglia
quelli che la Reyer non è un “brand”
quelli che a Casale non piangevano perché avevano dato tutto
quelli che a Casale “Ma se c’era Alvin non finiva così..:”
quelli per cui Massimo Guerra è una bandiera della Reyer
quelli che vorrebbero rivedere, anche solo per
un istante, Lorenzo Carraro con un pallone in mano
quelli che la Reyer non può giocare a Mestre
c’erano
quelli che si ricordano di fare gli auguri
quelli che a Varese si sono presi le monetine
e una soddisfazione senza prezzo
quelli che “Ma quanto beve Rascio?”
quelli che vogliono bene a Marco Calamai
quelli che hanno visto la Reyer vincere i due scudetti
quelli che consegnarono le chiavi della Misericordia
al sindaco, perché sulla maglia doveva esserci solo
“Reyer”
quelli che si sono fatti Venezia-Barcellona, in pullman
e non con Ryanair
quelli che Grattoni “Se non perdeva quel pallone…”
quelli per cui la Reyer è prima di tutto una famiglia
quelli che la Reyer non è un “brand”
quelli che a Casale non piangevano perché avevano dato tutto
quelli che a Casale “Ma se c’era Alvin non finiva così..:”
quelli per cui Massimo Guerra è una bandiera della Reyer
quelli che vorrebbero rivedere, anche solo per
un istante, Lorenzo Carraro con un pallone in mano
quelli che la Reyer non può giocare a Mestre
quelli che al Taliercio si sentono a casa
quelli che all’Arsenale guardavano con sospetto
la scritta “uscita di emergenza” che dava sul canale
quelli che hanno avuto come capitano Paolo Vazzoler
quelli che andavano alla Misericordia solo per
vedere nel riscaldamento le schiacciate di Carraro
quelle che andavano agli allenamenti della Carrera
perché Haywood non amava la biancheria intima
quelli che aspettavano solo che in curva facessero
salire il telone rosso per saltarci dentro
quelli che hanno pianto dopo Reyer-Brescia
quelli che non andrebbero mai a festeggiare la
retrocessione dei propri avversari
quelli che hanno fatto fare il bagno agli arbitri
dopo Canon – Stella Azzurra
quelli che quando sono da soli in contropiede
rivedono il fantasma di Boris Vitez
quelli che Andy Russo… è meglio non ripetere
quelli nati troppo presto come Vianello e che sarebbero
finiti dritti in America, altro che Belinelli…
quelli che ne hanno messi 40 al Real con la maglia
di Milano e hanno pensato “Però, no sò minga mal…”
quelli che hanno goduto vedendo Praja far
rotolare il pallone e Haywood doversi piegare
per prenderlo
quelli che hanno amato visceralmente la Reyer come Geroli
quelli che Celada non era proprio uno stinco di santo
quelli che in vaporetto facevano la strada con Bini
quelli come Carraro e Grattoni che si fermavano
a prendere spritz e tramezzino in Calle dee Rasse
di ritorno dall’allenamento
quelli che il Reyer Club San Bortolomio
quelli che hanno ancora la maglietta con il Moro
di Venezia tutta scolorita
quelli che hanno ancora la canottiera della Carrera
(mannaggia, beato lui…)
quelli che in maglia granata hanno battuto Carraretto
alle finali regionali ragazzi, ma poi lui ha vinto cinque scudetti
quelli che c’erano al Madison di Bologna quando
Guerra mise la tripla decisiva sotto la Fossa dei Leoni,
ma era meglio non dare nell’occhio con i festeggiamenti
quelli che la Storia non si compra
quelli che a Venezia c’erano tante squadre quante
erano le fermate della Circolare
quelli che hanno vinto due scudetti contro
le due squadre protette del regime
quelli che hanno visto Stefanini rimettersi
su la spalla e continuare a giocare
quelli che facevano le corse sulla scalinata
della Misericordia per prendere il posto
quelli che aspettano ancora il palazzetto
in Marittima
quelli che si ricordano dei 59 punti di Oscar
quelli che se avessero vinto lo scudetto
a Viareggio nel ‘46, il premio partita
sarebbe stato un bagno in mare
quelli che hanno fatto un salto nel futuro
vedendo giocare Steve Hawes
quelli che a Varese si sono beccati un bacio
da Toni Pastasutta
quelli che camminavano scalzi per le calli
come Marieto “El Longo”
quelli che fecero incazzare Lelli e Zorzi, messi
al posto dei “Do Mori” sulla copertina di Basket 2000
quelli come Cedolini, Ferro, Zamarin, che riportarono
la Reyer in A con pochi soldi e tanto fiato
quelli che al canestro di Burtt contro Montecatini
si sono ritrovati cinque file più sotto
quelli che “Geroli, cambia!”
quelli che “De Sisti, metti Bubacco!”
quelli che giuravano che Valentinuzzi
sarebbe stato un crack
quelli che come Floyd Allen, lì sotto,
non ne abbiamo più avuti
quelli che “Carraro-Gorghetto, poule scudetto!”
quelli che c’erano a Castelguelfo e a Corno di Rosazzo
quelli che Stefanini è il più grande di sempre
quelli che non hanno ancora capito cosa fosse
venuto a fare Ed Curry da queste parti
quelli che contro Livorno hanno
sfidato la neve per esserci
quelli che piangevano quando le ragazze
del femminile hanno vinto la Coppa Italia
quelli che Vitucci è uno di noi
quelli che “Ma ti te ricordi i blocchi de Seebold?”
quelli che hanno visto le pellicce di Sanford
quelli che non tifavano per il calcio
e tantomeno per una squadra di un’altra città
quelli che avevano il poster di Praja
in camera
quelli che contro Livorno hanno
sfidato la neve per esserci
quelli che piangevano quando le ragazze
del femminile hanno vinto la Coppa Italia
quelli che Vitucci è uno di noi
quelli che “Ma ti te ricordi i blocchi de Seebold?”
quelli che hanno visto le pellicce di Sanford
quelli che non tifavano per il calcio
e tantomeno per una squadra di un’altra città
quelli che avevano il poster di Praja
in camera
aspettavano entrasse Iman Haywood.
quelli che rovinavano tutte le forbici di mamma
tagliando giornali per far i coriandoli per la partita
quelli che a Fabriano nel 95 erano in 9 e che
dopo i supplementari la questura è andata a chieder di far meno casino
quelli che devono ancora pagare il conto
al Frigorifero alla festa della promozione del '96.
quelli che nel '96 erano in 7 sulla Escort
rossa a far i caroselli per Mestre
quelli che Ma quanto forte era Joe De Santis!
quelli che dopo aver visto Duranti e Vitolo
arbitrare la Reyer...forse è meglio andare a confessarsi!
quelli che si ricordano un leone con il numero 9
che si inchiapettava una pecora con il numero 9
quelli che "Ciao Guido Barbazza..non ti dimenticheremo mai"
quelli che con Trieste tiravano fuori la carta d'identità
quelli che hanno visto la Reyer far tutta la Vogalonga
quelli che hanno visto Rascio passare sotto
il Sotoportego in Campiello Marco Polo (o come si chiama)
quelli che tifavano Mestre ma certe volte andavano
all'Arsenale, di nascosto dagli amici, solo per vedere
giocare Dalipagic
quelli che videro il canestro più fallo di Guerra contro
Pesaro e pensarono che con l’arcangelo non si poteva
retrocedere
quelli che ricordano la routine ai liberi di Cozell McQueen
quelli che ridevano quando Shelton Jones faceva i 360
e De Sisti s'incazzava parecchio
quelli che ancora oggi piangono quando pensano
al secondo tempo di Burtt nella finale '96 contro Rimini
quelli che il Paròn mandava in campo senza
guardare quanti anni avevano
quelli che non ci credono che Marzinotto sia
diventato il re del karaoke
quelli che se vedono giocare oggi Bortolini
sembra che il tempo non sia passato
quelli che c’erano, quelli che ci sono
e quelli che ci saranno
quelli che alla Misericordia facevano i coriandoli col giornalino "Basketboom"
quelli che, alla Misericordia, quando si intonava: "Per i miseri implora perdonooooonoooo, per i deboli implooooraaa.......PIEEETA'!" no ghe n'era più par nissuni
quelli che c'erano quando Franco "sangue" Ferro , minuscola guardia reyerina, rubò una palla a due a Enrico Bovone, 2.14 dell'All'Onestà di Milano
quelli che alla Misericordia videro il vecchio custode Scarpa venir aggredito da Joe Warren Isaac, dell'All'Onestà Milano, per avergli detto: "G'ho caro che g'avè perso"
quelli che alla Misericordia spronavano la squadra chiedendo a gran voce: "Cento! Cento! Cento!"
quelli che alla Misericordia sentivano di essere determinanti per lo scudetto, come quando Bottan, allo scadere, regalò la vittoria contro il Simmenthal Milano di Cesare Rubini
quelli che si ricordano la grinta di Sauro Bufalini quando si accusava del fallo...
quelli che hanno quasi fatto crollare la Misericordia quando Lorenzo Carraro inseguì Marzorati (mica uno qualunque) e gli inchiodò la palla al tabellone volandogli da dietro
quelli che erano a Bologna per lo spareggio con la Scavolini, convinti di essere una moltitudine, e si trovarono in netta minoranza
quelli che a Bologna, sempre per lo spareggio con la Scavolini, organizzarono una spedizione punitiva per liberare il compianto "Coco" Fagarazzi
quelli che Neal Walk significa: i due tiri liberi vincenti all'esordio nel Palasport dell'Arsenale contro la Cinzano Milano di un giovane Mike D'antoni
quelli che agli allenamenti di Nikolic, lo sentivano brontolare continuamente: "Ma cosa CE lo fai... cosa CE lo fai??"
quelli che, qualche anno fa, chiacchierando col grande vecchio Giulio Geroli: "Signor Geroli, si ricorda il grido: 'Giulio, cambia omo'?"; risposta: "Sì, ma no g'avevo nissuni da metar..."
Se vuoi contribuire con il tuo "quelli che" sulla Reyer
per arrivare a quota 140, inviaci una email all'indirizzo
costantinoreyer@gmail.com : le più belle, le più ironiche,
le più spiritose saranno pubblicate su questa pagina.
Grazie per i contributi arrivati a: Elvis, Sandro, Simone B., Simone P.
venerdì 2 novembre 2012
Reyer - Sutor, i precedenti e gli "ex"
Quella
tra Reyer e Sutor è una vicenda recente. Ma per la storia orogranata
Montegranaro ha un significato particolare. Contro i marchigiani infatti un
anno fa arrivò la prima vittoria nella massima serie dopo 17 anni. Finì 72-62
per gli uomini di Mazzon che sciorinarono una prestazione senza sbavature, con
uno Szewczyk da 22 punti e 11 rimbalzi. Una serata difficile da dimenticare,
che segnò l’inizio di una stagione che avrebbe oltrepassato tutte le
aspettative.
Al ritorno, sul parquet del PalaRossini di Ancona, la Sutor si prese la rivincita per
93-88, al termine di una partita strana, piena di alti (offensivi) e bassi
(difensivi). Miglior marcatore per la
Reyer fu Clark con 31 punti e 40 di valutazione.
Saranno
due gli “ex” ad incrociarsi sul parquet del Taliercio. Tra le fila ospiti gioca
infatti Tamar Slay, per due anni pedina fondamentale dello scacchiere veneziano,
tra i protagonisti massimi delle ultime due annate reyerine. La scorsa estate
ha lasciato la laguna dopo aver messo a segno 1079 punti in 77 presenze con la
maglia orogranata tra Legadue e Serie A.
Ha invece risalito in direzione
opposta l’Adriatico Ivan Zoroski, che l’anno scorso giocava in forze proprio a
Montegranaro. Nella sua unica stagione in gialloblù, il play-guardia serbo ha
fatto registrare 419 punti e 83 assist in 28 apparizioni con la maglia della
Sutor, contribuendo alla salvezza della squadra marchigiana.
Precedenti: 2
Vittorie Reyer 1, vittorie Sutor 1.
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