mercoledì 28 marzo 2012

La Reyer, l'Olimpia e i paradossi della storia



Milano-Venezia è una storia che inizia da lontano. Una storia con tante storie dentro. Si potrebbe iniziare solo ricordando che la pallacanestro italiana ha mosso i suoi primi passi lungo l’asse del Nord che da Trieste, passava per la laguna, toccando Bologna e arrivando a nel capoluogo lombardo, tra gli anni Trenta e Quaranta.

E dire che le fortune dell’Olimpia Milano iniziano proprio grazie a due di queste città. In primis Trieste dalla quale nel secondo dopoguerra arriva Cesare Rubini, creando una vera e propria enclave triestina nel cuore di Milano, portando con sé i migliori talenti fisici della Venezia Giulia. E poi c’è Venezia, o meglio la Reyer. O meglio ancora, tutte e due, dato che allora il legame era davvero inscindibile.

Dalla società lagunare arriva il primo eroe dell’epopea biancorossa: Sergio Stefanini. È grazie a lui, campione già affermato e conosciuto in tutta Europa, che nei primi anni Cinquanta fiorisce il mito delle Scarpette Rosse. L’unico giocatore in grado di spostare gli equilibri nella pallacanestro dell’epoca trascina Milano alla conquista di cinque scudetti consecutivi. Record eguagliato proprio lo scorso anno dalla Mens Sana, che nelle prossime settimane lancerà l’assalto allo storico sesto titolo. Un traguardo che Milano, a maggior ragione, cercherà in tutti i modi di negare ai senesi.

Dieci anni dopo toccherà ad un altro campione tutto reyerino firmare l’impresa forse più importante nella storia dell’Olimpia. Con i suoi 40 punti al Real Madrid e i 21 in finale contro lo Sparta Praga, Nane Vianello, sotto la supervisione di Bill Bradley, alza la prima Coppa dei Campioni della storia dell’Olimpia. La prima sotto i canestri italiani.

C’è molta Reyer nella storia e nei successi dell’Olimpia. La classifica di questi giorni si diverte a ribaltare questo paradosso con un altro altrettanto sorprendente, ovvero la Reyer avanti di due punti in graduatoria. Ci vorrà del tempo per capire come tutto questo sia potuto accadere. Come sia stato possibile che la Reyer tornasse a Milano, permettendosi di guardare l’Olimpia dal Duomo in giù.


Nella foto in alto, Sergio Stefanini in azione con la maglia della Borletti 

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