venerdì 17 aprile 2015

Una serata indimenticabile a Villa Parens, la Reyer e la sua storia ospiti di John Puiatti


(I) Uno dopo l'altro arrivano a Villa Parens gli amici di John Puiatti. Prima la coppia Gianolla-De Piccoli, insieme alla delegazione dell'Associazione Culturale Costantino Reyer. Poi tocca ai “fischietti d'oro”, la coppia Cazzaro-D'Este eccezionalmente di nuovo insieme, e il maestro Gorlato. Arriva anche Nane Grattoni, seguito a ruota da Milani, Frezza, Pressacco, i fratelli Savio. Spunta Frank Vitucci: è lui la sorpresa della serata. Subito dopo tocca al “Paròn”, Tonino Zorzi e tutti si stringono intorno a lui. Ti giri e ti accorgi che c'è anche Sergio Tavcar, altro mito assoluto. Alla fine arrivano anche i “goriziani”, capitanati dal sempreverde Ardessi. Si può cominciare.


Nei calici: i primi Blanc de Blancs cominciano a sprigionare tutto il loro perlage. La caponata di carciofi di David Marchiori è una delizia da far accapponare la pelle.







(II) Reso omaggio doveroso alla cantina, è il momento della foto che deve tramandare il ricordo della serata, calici alla mano. 








(III) Gli ospiti si sistemano attorno al tavolo imperiale. I cuochi entrano in azione, ma rimarranno sempre in compagnia, grazie all'affaccio della meravigliosa cucina a vista. John Puiatti accoglie gli amici con voce piena e sincera. Perfetto padrone di casa, per tutta la serata avrà una parola ed un gesto per ogni commensale. Legge il saluto pervenuto dalla Florida del “principe” Stefano Gorghetto.

A tavolaun clamoroso prosciutto crudo accompagna il tintinnio del Blanc de Blancs, colonna sonora della serata insieme al Boss, Bruce Springsteen.







(IV) Dopo gli onori di casa, John cede la parola con riverenza al Paròn Zorzi, che va dritto al cuore e ricorda Fabio Marzinotto. Chiede per lui un minuto di raccoglimento, invitando ad immaginare tutti insieme il fischio prima del silenzio. È sembrato davvero di sentirlo. È sembrato anche di rivedere Fabio, al centro del campo che saluta gli amici di una vita. È il time-out più triste e più sentito mai chiamato dal Paròn.






(V) Alle pareti scorrono immagini d'epoca, nei calici invece un Ribolla d'annata. Il clima è elettrico quanto quello di un derby (fa un certo effetto l'accoppiata Grattoni-Pressacco), ma anche disteso come una tiepida sera d'estate. In un angolo della grande tavola, discutono gomito a gomito Zorzi e Tavcar: mai vista tanta sapienza cestistica in così poco spazio.

Nel piatto: entrano in scena le sarde in saor su base di cipolle di Tropea, alla maniera delle Ombre Rosse, dolci come certi ricordi che si rincorrono attorno alla tavola.






(VI) La serata è un continuo crescendo, come il menù. È il momento del risotto al Blanc de Blancs, preparato espresso da David Marchiori. Si tratta di una rivisitazione del risotto allo champagne, senza gli orpelli anni Ottanta, reso asciutto da una cottura rigorosa, bilanciato nell'acidità, impreziosito da un tocco di pepe esotico. Il risultato è un concentrato di armonia, come certe azioni di squadra, in cui il tutto finale è superiore alla somma delle sue singole parti.

Nei calici: si passa al Sauvignon, degnissimo gregario che porta blocchi e difende, per esaltare il talento che c'è nel piatto.





(VII) Il ricordo di Zanon, declamato dal compagno di infine trasferte Gorlato, riempie la sala di emozione e consapevolezza per ciò che sono stati quegli anni, esaltanti, densi, irripetibili, dentro e attorno al parquet. Gli stessi anni raccontati dalla speciale tribuna stampa composta da Luigi Maffei, storica firma del Gazzettino e Sergio Tavcar, immortale voce di TeleCapodistria. Il primo rievoca i time-out vissuti dall'interno di un derby infuocato al Taliercio tra Mestre e Reyer; il secondo regala la sceneggiatura di un immaginifico contropiede, protagonisti Kicanovic e Carraro, supportato da una mimica ultraterrena.

Nel piatto: l'osteria Ombre Rosse propone seppie in umido con piselli, sincere e sazianti, a chiudere con concretezza il gran lavoro della cucina.





(VIII) Scocca la mezzanotte. È il momento dei saluti, ma non c'è tristezza. Piuttosto la consapevolezza che quel filo granata che unisce chi ha la Reyer nel cuore è stato ritrovato e basterà custodirlo per rivedersi ancora. Intanto John accompagna ogni singolo ospite. Indica la strada di casa. La stessa che ci porterà a ritrovarci, c'è da scommetterci.



Foto: Sandro Beccari
Testi: Alessandro Tomasutti
Piatti: David Marchiori

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