Un'altra serata di emozioni e ricordi a tinte granata. Tullio De Piccoli e Andrea Gianolla hanno aperto il loro bagaglio di esperienza in occasione del quinto e ultimo appuntamento stagionale di “Aperitivo Granata”, il ciclo di incontri sulla storia della reyerina organizzato dall'Associazione Culturale Costantino Reyer.
Ospiti venerdì scorso della Bio-Osteria del PalaPlip di Mestre, De Piccoli e Gianolla hanno fatto rivivere alcuni dei momenti più belli degli anni Ottanta ai tifosi presenti. Il ritorno in A1, le imprese di Dalipagic, l'atmosfera magica dell'Arsenale: sono passati trent'anni, ma le emozioni sono ancora vive come non mai.
«Eravamo un gruppo vero –, ha ricordato Gianolla. Al venerdì si pensava già a dove saremmo andati a mangiare la domenica sera dopo la partita. Tutti insieme, compresi gli stranieri». E lo stesso “Rambo” è ritornato anche sui difficili esordi sotto la guida di Zorzi. «Mi aveva preso di mira, anzi non mi considerava proprio. Mettevo tutto il mio impegno, ma non c'era verso. Ad un certo punto il medico sociale mi disse di prendermi una settimana e andare in montagna a pescare. Ero esaurito e fu lì che cominciai a perdere i capelli. Quello che mi brucia ancora oggi è non aver mai saputo il perché di quel rifiuto. Per fortuna poi arrivò Skansi e la mia carriera svoltò».
Anche per De Piccoli quelle stagioni furono determinanti. «Arrivavo da un anno deludente a Fabriano, stavo finendo il militare. Ancora non sapevo se la pallacanestro sarebbe diventata davvero il mio mestiere. In chiusura di mercato arrivò l'offerta della Reyer che mi volle a tutti i costi. Se Zorzi mi fece crescere tecnicamente, Skansi lavorò su di me a livello mentale». Grandi maestri e grandi insegnamenti, che lo stesso De Piccoli cerca di trasmettere oggi a Dolo, dove allena nel settore giovanile. «Skansi non mi toglieva mai dal campo durante i momenti di difficoltà. Mi diceva di stare tranquillo, giocare e che ne sarei uscito con le mie forze. Per me fu una dimostrazione di fiducia fortissima e un insegnamento che non ho più dimenticato».
Inevitabile poi il ricordo di Dalipagic e della sua impresa più incredibile, quella dei settanta punti alla Virtus Bologna. «Non era proprio vero che Praja rimase del tutto indifferente alla sua prestazione come spesso si racconta -, ha svelato De Piccoli. Ricordo benissimo che eravamo in spogliatoio durante l'intervallo, mentre lo speaker annunciava che aveva già segnato quaranta punti. Praja ebbe come un moto di sorpresa, si lasciò sfuggire un “Porca miseria”: nemmeno lui si era reso conto di cosa aveva fatto. E nel secondo tempo completò il capolavoro». Non solo lampi di classe, ma lezioni di vita. «Eravamo appena usciti dall'Arsenale e stavamo complimentandoci con lui per la prestazione incredibile – ha raccontato Gianolla. Ad un tratto in cima ad un ponte, Praja si fermò e ci disse “Io ho fatto solo il mio dovere. Ma se l'ho fatto è per merito vostro. Senza di voi non ci sarei mai riuscito”. Una dimostrazione di umiltà e intelligenza che poteva venire solo da un campione assoluto».
Per i due ex giocatori granata gli inviti non sono terminati: Gianolla è stato chiamato a Cantù (dove giocò per quattro anni, vincendo una coppa Korac), per assistere mercoledì prossimo al quarto di finale di Eurocup al Pianella contro l'Unics Kazan. De Piccoli invece sarà ospite dell'Olimpia Milano, assieme a tutte le ex “scarpette rosse” dell'epoca, per partecipare al ritiro della maglia di Mike D'Antoni il 13 marzo in occasione di Ea7 – Malaga di Eurolega.
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