Un giovane Sergio Stefanini in maglia Reyer |
Olimpia-Reyer non è
una partita qualsiasi. Certo, in tempi di squadre fatte dagli agenti,
roster imbottiti di stranieri di passaggio e investimenti più di
immagine che di sostanza, fa quasi compassione tirare in ballo la
storia.
Eppure quella di
Milano-Venezia ha quarti di nobiltà cestistica che poche altre sfide
in Italia possono vantare. Basterebbe ricordare che si tratta della partita più antica della Serie A (la prima tra Reyer e Borletti risale al 1934). La Hall of Fame
non ufficiale dell'Associazione Culturale Costantino Reyer di questa
lunga vicenda racconta due capitoli che vale la pena ricordare.
Quella di Sergio
Stefanini, il primo “campione” della pallacanestro italiana.
Affermatosi in maglia Reyer a cavallo della seconda guerra mondiale
e consacratosi con le “scarpette rosse”, delle quali contribuì
in materia determinante a fondarne il mito.
Una figura
ineguagliabile, ancora troppo poco conosciuta e ricordata e che
meriterebbe di essere valorizzata da entrambe le società, magari con
un trofeo a lui intitolato, magari giocato con divise storiche, in un
contesto speciale (all'aperto, perché così quasi sempre si giocava
ai suoi tempi).
E poi c'è la storia
della prima partita di sempre giocata all'Arsenale di Venezia nel 1977,
proprio tra Reyer e Olimpia, allora targate Canon e Cinzano. Una
partita memorabile, anche per i suoi protagonisti. Tra cui un Mike
D'Antoni al suo esordio in Europa, che chiude la sua prima partita in
maglia Olimpia con una sconfitta bruciante, decisa da due tiri liberi
di Neal Walk in un palazzetto stracolmo di gente e di gioia.
Questo e altro nella
Unofficial Reyer Hall of Fame.
Buon Reyer-Olimpia a
tutti!
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